Parlo di esperienze vissute, ma credo che riguardino un po’ tutti.
Ho due figli che vanno alle medie in bici, con delle comunissime Grazielle usate e restaurate da me stesso. Da sempre io e mia moglie abbiamo insistito che usassero il casco durante il tragitto. La cosa non è facile per loro poichè, essendo gli unici in tutta la scuola, sono stati più volte derisi tanto da far vacillare la nostra convinzione di noi genitori. “Tanto, cosa vuoi li possa succedere in meno di 1 km di strada”.
Pochi giorni fa uscendo da scuola uno dei miei figli, distratto dai suoi compagni di classe, infila involontariamente la cartellina da disegno tra la ruota anteriore e il telaio della graziella, perdendo di conseguenza l’equilibrio.
Nonostante l’incidente a bassissima velocità, vola a terra malamente sbattendo la testa sull’asfalto, rimendiando escoriazioni su varie parti del corpo e, la cosa più grave, sceggiandosi uno dei due incisivi superiori.

Gli effetti sulla parte frontale e laterale del casco appena regalato sono stati questi.

QUALI CONSEGUENZE AVREBBERO POTUTO ACCADERE se non lo avesse portato? Nessuno lo può sapere ma i danni sono abbastanza evidenti.

Cari soci, lo ripeteremo fino allo sfinimento; non importa dove si sia, quanto caldo sia, quanto veloci si va, “in salita lo tolgo perchè tanto vado piano”, IMPREVISTI, DISTRAZIONI, AUTOMOBILI, MOTO, ALTRE BICICLETTE, ci possono venire addosso anche se siamo a 2 all’ora sulla salita più dura del pianeta.

E soprattutto, per coloro che hanno figli piccoli che stanno avvicinandosi al mondo delle due ruote, dei monopattini, o altro, cerchiamo di creare fin da subito in loro una cultura dell’uso del casco che magari noi stessi ancora non abbiamo.


Nei paesi del nord Europa questo già c’è, a volte basta solo imitarli, anche a costo di andare contro le tendenze.

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